Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

sabato 2 marzo 2013

Gemona-Sacile: un Tavolo di Lavoro subito !

Inutile spendere ancora parole sulla linea ferroviaria Sacile-Gemona: è tempo di unire le forze e mettersi al lavoro per elaborare una programmazione di sviluppo integrato a 360 gradi. E’ questa la richiesta dei Comitati dei Pendolari che è emersa con forza durante l’incontro di Cavasso Nuovo svoltosi lo scorso giovedì 28 febbraio. L’incontro promosso dalle Province di Pordenone e Udine, ha visto la presenza di numerosi Amministratori locali, dei rappresentanti dei Comitati e delle attività produttive della Pedemontana.
I Comitati dei Pendolari. Come spiegato da Laura Magris, rappresentante del Comitato Ferrovia Gemona-Sacile, “il progetto su questa tratta potrebbe rappresentare un piano pilota per ridisegnare il sistema di trasporti in regione; un progetto che deve coinvolgere tutti i portatori d’interesse pubblici e privati. I tempi, sono maturi per tradurre le idee raccolte in questi mesi in realtà: la linea è chiusa dal luglio scorso e non si può più attendere oltre. E' necessario, infatti, essere preparati nel caso in cui lo Stato decida di trasferire la proprietà della linea alla Regione”.
"Se non ci fossero stati i Comitato Pendolari, i gruppi e le persone che a vario titolo si sono impegnati nella battaglia per la salvaguardia della linea ferroviaria Gemona-Sacile, dove sarebbe finita oggi la questione? Nel dimenticatoio?". E' dura la posizione assunta anche da Andrea Palese, consigliere comunale di Gemona, rappresentante storico dei pendolari e ideatore della staffetta "Treni-Taglia ridacci il nostro treno” «La classe dirigente non è stata in grado di progettare in tutti questi anni e nei mesi successivi alla chiusura della tratta nulla di serio: dopo la staffetta, che ha avuto il pregio di sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema, nulla è stato fatto, salvo attendere notizie da Roma. La materia è complessa, ma è strano che non si sia mai riusciti a fare rete e mettere in sinergia i vari progetti che da anni restano custoditi nei cassetti». E Palese non ha risparmiato qualche punzecchiatura anche agli amministratori locali, «la gran parte dei quali sembra avere affidato alla sola Regione il compito di risolvere il problema, scaricando la patata bollente, dato che la soluzione appare quasi impossibile.
 
I progetti di rilancio. Servono progetti non soltanto per far correre i treni, ma anche per lo sviluppo sostenibile del territorio - hanno sottolineato i rappresentanti dei pendolari. "Ricordiamoci che i binari da soli non servono a nulla e riaprire la linea e gestirla come prima non avrebbe alcun significato. E' necessario un progetto di area vasta, con partner capaci di pianificare lo sviluppo socio-economico della mobilità, incentivare l’uso del treno con campagne di marketing e favorire l’intermodalità treno-bus". Palese e Magris hanno rimarcato poi che serve un soggetto capofila per portare avanti il lavoro, ma questo non può essere un Comitato dei Pendolari, sebbene essi abbiano avuto un ruolo determinante per il miglioramento del servizio ferroviario regionale.
Noi le idee le abbiamo chiarissime sul da farsi, gli altri un po’ meno ci sembra... Serve solo buona volontà e investire qualche risorsa per costituire da subito la squadra di lavoro. Non vogliamo Commissioni politiche, utili solo a depauperare le casse pubbliche e a far scrivere titoloni sui giornali, ma un team di soggetti individuati in base a capacità e professionalità specifiche, che possano così contribuire a costruire il futuro di sviluppo della linea."
Sono tre le aree d'intervento, individuate dai pendolari, di cui si dovrà tenere conto per elaborare un progetto completo: la mobilità del TPL passeggeri, il trasporto delle merci e il potenziamento della tratta in chiave turistica-ambientale.
Entro 15 giorni, fanno sapere i Comitati, presenteranno la loro squadra di esperti da mettere a disposizione delle Istituzioni. Persone serie preparate e perbene, che non hanno nulla da invidiare a certi illuminati e strapagati consulenti.
 
Le Istituzioni. L'appello rivolto dai rappresentanti dei Comitati dei Pendolari a Istituzioni e portatori d'interesse, è stato accolto dai Presidenti delle Province di Pordenone e di Udine, rispettivamente Alessandro Ciriani e Pietro Fontanini, che, assieme ai rappresentati dei Comuni ubicati lungo la linea, della Comunità delle Province friulane e del Consorzio Nip di Maniago, si sono assunti l'impegno di organizzare il Tavolo di Lavoro, coi soggetti interessati per elaborare un piano operativo chiaro, in cui siano fissati precisi passi da compiere.
Già nelle prossime settimane, quindi, potrebbe essere convocato un primo tavolo di concertazione, affinché tra un paio di mesi il piano di sviluppo possa essere pronto. «Non possiamo rimanere fermi, anche se, allo stato attuale, a Roma mancano gli interlocutori» ha rimarcato il Presidente Ciriani.
 
L’iter amministrativo. La scorsa settimana, a margine del Tavolo di Lavoro dei Pendolari, la Regione FVG ha comunicato che l’iter amministrativo volto al trasferimento della proprietà della linea è stato avviato sia in Commissione Paritetica sia al Ministero dello sviluppo economico e delle infrastrutture.
L’Assessore regionale Riccardo Riccardi ha riferito che è stato richiesto il trasferimento non soltanto della proprietà della linea dallo Stato alla Regione, ma anche delle funzioni esercitate da RFI sull’intera linea alla Regione FVG, con la definizione delle relative contropartite economiche o quale ultima ipotesi, la cessione a titolo gratuito dell’intera linea alla Regione, con la conseguente definizione degli oneri per la realizzazione dei servizi da rivalutare in relazione a quelli derivanti dalla gestione della linea e la conseguente copertura finanziaria.
La richiesta della Regione è stata presentata al Ministero lo scorso 7 febbraio, con un apposito e dettagliato dossier. Una cessione che, tra interventi di ripristino e gestione, solo per il primo anno costerebbe in base alle proiezioni di costi effettuate da RFI tra i 4 e i 5 milioni di euro.
Nel frattempo però, come sottolineato dal Presidente della Provincia di Udine Fontanini, componente della Commissione Paritetica, ci sono state le elezioni governative e ci saranno ad aprile quelle regionali, che di fatto hanno paralizzato la Commissione, che ora necessita di essere ricomposta con i nuovi membri. «A essere ottimisti possiamo dire che la commissione rimarrà in standby per tre o quattro mesi» ha chiosato Fontanini, il quale ha comunque sottolineato che la posizione assunta dai rappresentanti del Ministero a gennaio era chiara: la linea deve essere ceduta alla Regione.
Un risultato, questo, che amministratori e pendolari vogliono portare a casa al più presto e sicuramente entro la fatidica data del 31.12.2014 quando scadrà il contratto di servizio in essere con Trenitalia.

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