Sembra ormai segnato il destino della linea ferroviaria Gemona-Sacile, dopo anni di polemiche e dibattiti sul suo futuro.
L'anticamera della chiusura sta tutta in uno scarno comunicato diffuso venerdì 24 dalla Direzione Centrale di FS.
Il comunicato annuncia che “da domenica 26 agosto, il servizio sostitutivo con autobus sulla linea Sacile – Gemona proseguirà sino all’8 dicembre. Invariati gli orari dei collegamenti effettuati con i pullman. I bus effettueranno le fermate nei piazzali antistanti le stazioni ad eccezione di Fanna Cavasso (fermata in prossimità della strada di accesso alla stazione), Travesio (fermata al civico 12 presso la stazione FS) e Pinzano (fermata bus di linea nel centro del paese). Eventuali modifiche dell’offerta saranno preventivamente comunicate.
Il comunicato annuncia che “da domenica 26 agosto, il servizio sostitutivo con autobus sulla linea Sacile – Gemona proseguirà sino all’8 dicembre. Invariati gli orari dei collegamenti effettuati con i pullman. I bus effettueranno le fermate nei piazzali antistanti le stazioni ad eccezione di Fanna Cavasso (fermata in prossimità della strada di accesso alla stazione), Travesio (fermata al civico 12 presso la stazione FS) e Pinzano (fermata bus di linea nel centro del paese). Eventuali modifiche dell’offerta saranno preventivamente comunicate.
I collegamenti sono effettuati con pullman dal 6 luglio in seguito ai gravi danni provocati da una frana che ha interessato l’infrastruttura ferroviaria.”
Non è la prima volta che la Sacile–Gemona traballa: durante l’estate del 2009 la linea venne chiusa per tre mesi, ufficialmente per lavori di potenziamento.
Ogni estate la linea entra nell’occhio del ciclone, visto che FS, con varie giustificazioni ha quasi sempre provveduto a sospendere la circolazione dei treni per alcune settimane.
A fine maggio 2012, dopo che RFI aveva ventilato l’intenzione di dismettere la linea, la Regione FVG era stato l’Assessore Riccardi a ribadire la propria volontà di mantenere in esercizio la linea ferroviaria e i relativi servizi ferroviari, che si svolgono sulla stessa. In quel frangente Riccardi aveva ribadito che la volontà della Regione è quella di far proseguire il servizio passeggeri non solo fino al 2014, termine di proroga del l’attuale contratto con Trenitalia, ma anche in futuro.
Più volte le Istituzioni sono intervenire per ricordare a FS gli impegni assunti: esiste infatti un contratto di servizio, sottoscritto da Trenitalia, che Rfi non può ignorare e che prevede il mantenimento della linea secondo il programma d’esercizio previsto.
Alcune Amministrazioni Locali coinvolte da tempo hanno chiesto un intervento serio in merito, basti pensare agli OdG votati dai Consigli Comunali di Gemona del Friuli, Forgaria e Pinzano.
La questione della Gemona-Sacile non è un fulmine a ciel sereno: da anni si dibatte sul suo utilizzo, da anni si parla ma nulla si è concretamente fatto per rilanciare la linea, soprattutto sotto il profilo turistico.
I motivi della crisi derivano soprattutto dai costi di gestione, visto che la ferrata corre in buona parte lungo un territorio tormentato e la frana del 6 luglio scorso, all’origine della chiusura della tratta, è solo l’ultimo eclatante esempio delle problematicità con le quali Rfi si deve costantemente confrontare.
A detta di FS l’impegnativa manutenzione e foriera solo di costi (circa 1 milione all’anno), che non trovano parimenti alcun bilanciamento nelle entrate, vista la bassa frequentazione di passeggeri, gran parte studenti e di una insufficiente redditività.
Capiamo benissimo le necessità di FS, gli equilibri di bilancio e la questione dei costi, ma ci aspettiamo che si vada ben oltre il semplice esercizio contabile nella gestione di un servizio pubblico.
A tal fine ci piacerebbe comprendere i veri motivi della sospensione odierna del servizio ferroviario annunciato da Trenitalia, atteso che da un semplice sopralluogo la rete appare operativa: nessun segno dei gravi danni causati dalla frana e dal deragliamento del treno risultano visibili e la ferrata appare in perfetto stato, visto che anche la ghiaia del sedime è stata perfettamente risistemata lungo il tratto interessato. Forse mancano i collaudi tecnici necessari a riaprire la linea? Se così fosse, 4 mesi di sospensione ci paiono esagerati.
Troppa confusione regna sul futuro della linea, troppe contraddizioni: pare strano che una linea a pericolo chiusura sia oggetto di continui lavori, come quelli che si stanno svolgendo presso la stazione di Budoia, dove alcuni operai stanno sostituendo le traversine.
Inspiegabile poi appare la mancanza di coordinamento tra RFI e Trenitalia, atteso che da voci di corridoio sembrerebbe che il servizio sostitutivo bus sia stato organizzato da Rfi e non dal gestore del servizio Trenitalia, la quale era all’oscuro della proroga della chiusura.
FS spieghi in maniera esaustiva tutto questo e soprattutto quali sono le sue vere intenzioni in ordine al futuro della Gemona-Sacile.
Lasciano il tempo che trovano le dichiarazioni di certi politici che propongono di creare una pista ciclabile parallela per rilanciare la ferrata: chi la pagherebbe? Chi la gestirebbe? Quanto tempo servirebbe per realizzarla?
Cari signori serve ben altro, serve un progetto a largo respiro, che possa coinvolgere in maniera articolata le Comunità presenti, in grado di sviluppare l’economia di un territorio da anni in sofferenza.
Non servono invece nuove e costose infrastrutture, poi destinate a essere abbandonate perché non vi sono risorse per la loro manutenzione.
E’ bene ricordare che la Ciclovia Alpe Adria, che utilizza il sedime ferroviario della vecchia Pontebbana, è da anni che aspetta di essere completata: ad oggi la Ciclovia è stata realizzata sino a Resiutta, anche se lungo il suo tragitto vi sono ancora numerose deviazioni a causa dei lavori in corso; senza pensare alla carenza di un’adeguata segnalazione e ai punti di ristoro, oggi limitati solo alla zona di Tarvisio.
Per questo servono progetti lungimiranti e adeguati alle esigenze del territorio, in grado di essere gestiti e non inutili boutade, utili solo a riempire le pagine dei giornali o alla campagna elettorale di taluni.
La Regione FVG e le Amministrazioni locali ritengono da sempre la linea Gemona-Sacile “strategica”: anche noi condividiamo questo pensiero, anche se siamo consci che oggi giorno l’aspetto economico non debba essere del tutto tralasciato.
L'impegno per l'ammodernamento della linea e per mantenere il servizio deve trovare poi il riscontro dell’Utenza, non essendo più tempo di mantenere servizi pubblici il cui costo ricade su tutti. Per non perdere l’ultimo treno lungo la Gemona-Sacile serve pertanto l’impegno di tutti i portatori d’interesse, sia pubblici, che soprattutto privati, per un maggior utilizzo della linea; scelte soprattutto volte a sfruttare le potenzialità offerte dalla linea.
Basti solo pensare al business dei treni storici che tanto successo stanno avendo all’estero o all’ormai diffusissimo fenomeno del Bici+Treno, che quest’anno ha avuto un incremento esponenziale lungo la Pontebbana grazie all’introduzione del servizio Micotra Udine-Villach.
La valutazione dell'importanza della linea non può pertanto essere circoscritta alla solo utenza scolastica o pendolare, ma deve tener conto della vocazione turistica ed economica della zona.
Se si vuole salvare la Gemona-Sacile non serve una battaglia ideologica o di campanile, ma serve che il territorio in prima persona si impegni per difendere questo patrimonio, che deve rappresentare un valore aggiunto e non un peso.
Non da ultimo la dismissione della linea potrebbe riverberarsi anche sulle attività produttive e le industrie che operano nell'ambito del Distretto del CIPAF, il cui scalo ferroviario movimenta ogni anno oltre 35.000 carri, circa 1,5 milioni di tonnellate di merci.
Non da ultimo la dismissione della linea potrebbe riverberarsi anche sulle attività produttive e le industrie che operano nell'ambito del Distretto del CIPAF, il cui scalo ferroviario movimenta ogni anno oltre 35.000 carri, circa 1,5 milioni di tonnellate di merci.